Il Vangelo di oggi (Luca, capitolo 13, versetti 22-30) si apre con la domanda che un tale rivolge a Gesù: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Gesù non risponde alla domanda, non appaga le nostre curiosità. A lui interessa far capire a tutti che la salvezza non è un fatto scontato per nessuno.
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta perché molti, vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno». La porta stretta indica impegno serio e personale per entrare nel Regno di Dio.
L’invito «sforzatevi» traduce un verbo greco che indica lotta, fatica, sofferenza. La salvezza, quindi, è dono di Dio offerto a tutti, ma richiede da parte nostra concreta determinazione nell’accettarlo.
Gesù aggiunge che questa porta stretta non rimarrà sempre aperta: «Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi rimasti fuori comincerete a bussare alla porta dicendo: “Signore aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete… Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”».
Non sarà tanto la nostra appartenenza alla Chiesa o a qualche gruppo di preghiera a salvarci, ma solo le opere della giustizia e dell’amore.
Il discorso di Gesù si chiude con una visione universale: «Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel Regno di Dio».
La salvezza è per tutti. Non ci sono barriere di razza, nazionalità, religione. Ciò che conta è la risposta coerente all’amore verso Dio e verso i fratelli.

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