Oggi si compiono cinquanta giorni da Pasqua: è la Pentecoste, la festa del cinquantesimo giorno. Pentecoste è anche una festa ebraica: il popolo d’Israele cinquanta giorni dopo la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto ricorda il dono dell’alleanza con Dio.

Luca nel libro degli Atti degli Apostoli racconta che, proprio nel giorno della Pentecoste ebraica, Gesù risorto e tornato al Padre manda sui discepoli il dono dello Spirito Santo. È lo Spirito di Dio che viene a perfezionare l’opera di Gesù e a riunire i popoli diversi in una sola famiglia: la Chiesa.

Ascoltiamo oggi il Vangelo di Giovanni (capitolo 20, versetti 19-23) raccontare che Gesù risorto, la sera di Pasqua, appare ai discepoli. Viene a porte chiuse, sta in mezzo a loro, mostra le ferite delle mani e del fianco. «Gesù disse loro di nuovo: Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi. Detto questo soffiò e disse loro: Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati.»
Il simbolo centrale è il “soffiare” di Gesù sui discepoli. Richiama il racconto della creazione dell’uomo: «Il Signore Dio plasmò l’uomo con la polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente». Ora Gesù che ha vinto il peccato e la morte con il suo soffio vitale comunica il suo spirito. Con il perdono dei peccati nasce una umanità nuova. Lo Spirito Santo comunica all’uomo

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