Dopo l’Avvento e il tempo di Natale, iniziamo le domeniche del Tempo Ordinario, che interromperemo con la Quaresima. In queste domeniche leggeremo il Vangelo di Marco, che è il più breve dei quattro Vangeli, e oggi lo integreremo con un brano del Vangelo di Giovanni (capitolo 1, versetti 35-42).
Giovanni ci racconta l’incontro dei primi discepoli con Gesù di Nazareth.
Ci troviamo ancora al fiume Giordano, dove Gesù è stato battezzato dal Battista. Giovanni fissa lo sguardo su Gesù, che passa e dice: «Ecco l’agnello di Dio!».
Gli Ebrei conoscevano il significato di questa espressione: l’agnello era stato sacrificato in occasione della liberazione dalla schiavitù dell’Egitto. Ogni anno, nella Pasqua ebraica, l’evento della liberazione era ricordato con il sacrificio dell’agnello, consumato poi da tutta la famiglia. Indicare Gesù come «agnello di Dio» voleva dire riconoscere in lui il personaggio che, a prezzo della propria vita, avrebbe liberato definitivamente il popolo di Israele.
Due discepoli del Battista, Andrea e un altro di cui non conosciamo il nome, sentendo questa presentazione si mettono a seguire Gesù. «Gesù allora si voltò e, osservando che lo seguivano, disse loro: “Che cosa cercate?”».
Sono le prime parole pronunciate da Gesù nel Vangelo di Giovanni. Si tratta di una domanda. È interessante pensare a questa domanda come rivolta a ciascuno di noi. “Che cosa cercate?” significa: qual è il vostro desiderio più forte? che cosa desiderate più di tutto nella vita? Gesù con questa domanda ci fa capire che siamo persone che ricercano, che desiderano. A tutti noi manca qualcosa. Ma che cosa mi manca? Di che cosa mi sento povero?
I due discepoli di cui parla il Vangelo di oggi rispondono a Gesù con un’altra domanda: «Maestro, dove dimori?». «Venite e vedrete» è la risposta di Gesù. «Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.»
È fondamentale, nella nostra vita, incontrare Gesù, conoscerlo, rimanere assieme a lui, ascoltare la sua parola, seguirlo.
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