Nella Veglia pasquale, la solenne celebrazione della risurrezione di Gesù, nella notte tra il sabato e la domenica, quest’anno ascoltiamo il racconto degli eventi di Pasqua descritti nel Vangelo di Luca (capitolo 24, versetti 1-12). Il brano di Luca può essere suddiviso in quattro momenti.

1. «Il primo giorno della settimana (= la nostra domenica) al mattino presto le donne si recano al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato»: vanno a compiere un gesto di pietà e di amore verso un morto. Ma il progetto delle donne si scontra con l’inatteso: la pietra del sepolcro è stata rimossa e, entrate, «non trovarono il corpo del Signore Gesù». La loro reazione è di perplessità e timore.

2. A questo punto c’è per le donne la comunicazione di Dio: «Ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chino a terra, ma quelli dissero loro: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era in Galilea e diceva: bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”».
Questo annuncio, che viene dall’alto, rimanda a una comprensione profonda («Ricordatevi…») di quanto Gesù ha detto nella sua predicazione in Galilea. È nell’amore di Gesù fedele fino alla croce che si compie il progetto di salvezza di Dio.

3. Le donne vanno a raccontare tutto quello che hanno visto e udito agli undici e agli altri. Il Vangelo di Luca non ci dice se le donne credono o non credono alla risurrezione di Gesù. Di sicuro gli apostoli non credono al racconto delle donne: «Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse».

4. Pietro, incredulo alla testimonianza delle donne, corre al sepolcro e, «chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto». Questo racconto dei primi avvenimenti del mattino di Pasqua ci mostra la difficoltà delle donne e degli apostoli a comprendere la risurrezione di Gesù. Di fronte alla novità di Dio l’uomo ha bisogno di un cammino progressivo. Ma soprattutto è necessario che il Risorto intervenga ad aprire il cuore dei discepoli e a svelare a essi il senso della sua esistenza.

La Pasqua ci porta al cuore della fede cristiana. La Chiesa continua a testimoniare che Gesù, il crocefisso, è risorto, è vivo. Ma ciascuno di noi ha bisogno che il Signore apra il nostro cuore a una fede viva, a una certezza personale. Questo è l’augurio di Buona Pasqua che rivolgo a tutti: possiamo aprirci alla gioia e alla luce del Signore Gesù, vivo e sempre insieme a noi.

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