Quella di giovedì 25 aprile sarà ricordata come l’ultima delle gite parrocchiali organizzate da don Luciano. È dal 2006 che la sua passione e la sua competenza ci conducono in giro per l’Italia non semplicemente a visitare ma a conoscere e comprendere capolavori dell’arte, o meglio capolavori di religiosità nell’arte. Questa volta l’obiettivo erano Perugia e il suo “Divin Pittore”: Pietro di Cristoforo Vannucci, detto “il Perugino”.

Originario di Città della Pieve dove nasce intorno al 1450, allievo di Andrea del Verrocchio a Firenze, contemporaneo di Botticelli, Ghirlandaio e Leonardo e come loro richiesto alle principali corti del tempo, è considerato uno dei maggiori artisti del tardo Umanesimo e il massimo esponente della pittura umbra del Quattrocento.
Detto anche “Divin Pittore” per la capacità di far dialogare razionalità e misticismo, si distinse dai suoi contemporanei per la conquista della prospettiva atmosferica e la piena coscienza di ciò che è il paesaggio: non un paesaggio qualunque, ma il maestoso ed elegante paesaggio umbro, in specie della valle folignana e del Trasimeno.

Negli affreschi dell’Ornamentazione del Cambio, il Perugino introdusse un autoritratto, dissimulato come fosse un quadro appeso alla parete da un cordone a grossi grani color viola. Sotto è raffigurata e simulatamente sorretta una targa scura con una scritta in latino traducibile come “Se l’arte dei colori era smarrita, / ei con paziente amor la ritrovò; / e, se nessuno mai le diè vita, / egli primo la bella arte creò”.

Partita puntuale alle 6.30 dalla piazza della chiesa, la comitiva è arrivata a Perugia circa tre ore dopo.
Prima tappa: la cattedrale di San Lorenzo, dove dal 1473 si conserva la reliquia dell’anello nuziale della Vergine, sottratto dai Perugini agli abitanti di Chiusi.

Il gruppo sulle scale della cattedrale.

Seconda tappa: la Sala delle Udienze del Collegio del Cambio (come un tempo si chiamava la sede dell’Arte dei cambiavalute) dove, tra il 1498 e il 1500, il Perugino e i suoi allievi realizzarono un ciclo di affreschi che, in tipico stile rinascimentale, concilia cristianesimo e teorie platoniche. 

Dopo una sosta tecnica all’Osteria Fiorucci, il gruppo si è recato alla Galleria Nazionale dell’Umbria: qui, accompagnato da una guida, ha potuto ripercorrere l’evoluzione dell’arte sacra umbra dal Medioevo al Perugino.

Menu della gita: antipasti misti, penne salciccia e asparagi, tagliatelle ai funghi, arista con patate e verdura, macedonia, caffè.

Alle 17.45, come da programma, è poi iniziato il viaggio di ritorno.

Delle 40 sale della Galleria Nazionale dell’Umbria, ben 5 sono dedicate al Perugino.
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