Tanti i parrocchiani che sabato 14 settembre hanno partecipato all’ultima messa di don Luciano da parroco di San Miniato Basso. Tanta l’emozione e la commozione.
Una messa all’insegna dei saluti e dei ringraziamenti. Non a caso proprio don Luciano aveva chiesto che al termine delle letture fosse intonato il Te Deum, l’inno di lode a Dio per ringraziarlo dei diciotto anni e mezzo trascorsi insieme con la comunità di San Miniato Basso.
Per la comunità è stata l’occasione, dopo quella conviviale della cena di sabato 7 settembre, di testimoniare a don Luciano tutto il suo affetto e la sua gratitudine.
Il governatore della Misericordia Alessandro Mancini ha ricordato l’azione di don Luciano come correttore spirituale dell’associazione e da parte del Magistrato e di tutti gli iscritti gli ha consegnato una targa ricordo.
Il presidente del Consiglio comunale Vittorio Gasparri l’ha ringraziato per l’intelligente e costruttiva capacità di dialogo con le istituzioni. E per conto dell’Amministrazione gli ha consegnato una medaglia d’argento, coniata in pochi esemplari per celebrare il 150° della nascita del poeta Giosue Carducci, idealmente associando il suo operato a quello di tutti coloro che hanno accresciuto il prestigio della città.
È stata poi la volta dei Pueri Cantores, il coro di voci bianche fondato undici anni fa da Carlo Fermalvento e Marta Corti e che don Luciano ha sempre sostenuto e promosso. I coristi hanno raccolto le foto più significative – dalla prima messa nella chiesa della Trasfigurazione nel 2009 alle prove di questa estate – e gliene hanno fatto dono accompagnandole con questo biglietto:
a don Luciano
per aver permesso alla musica di illuminare la chiesa e tanti cuori,
per averci sostenuti, aiutati e aver creduto in noi.
Non ci dimenticheremo di te. Non dimenticarti di noi.
Grazie, i Pueri Cantores
Infine Luca Fiumalbi, in qualità di portavoce del consiglio pastorale, ha attinto ad aneddoti personali (grazie alla stretta collaborazione in veste di amministratore della parrocchia) e non per tratteggiare un ritratto di don Luciano nel quale ha sottolineato la sua non comune levatura umana, spirituale e intellettuale.
Al termine dell’intervento, a nome di tutta la comunità parrocchiale, ha letto il biglietto che accompagnava il regalo preparato per l’occasione – una icona “portatile” della Trasfigurazione identica a quella “enorme” che decora la navata centrale della nostra chiesa nuova – motivandone la scelta:
In questi diciotto anni ha gioito e pianto insieme con noi.
Ha sostenuto le nostre speranze. Ha alleviato le nostre frustrazioni.
Ci ha visti nascere, crescere, invecchiare, salutare per sempre questo mondo e sempre ci ha chiamati per nome, come solo un pastore premuroso e attento può fare, perché conosce le sue pecore una a una e non ne trascura nessuna.
Ci ha spiegato la Parola di Dio con il rigore e la chiarezza di chi quella Parola la studia e la pratica quotidianamente.
Ci ha trasmesso il gusto del bello mostrandoci che anche l’arte e la musica sono efficaci strumenti di conversione e testimonianza.
Ha valorizzato la nostra appartenenza a un territorio e alla sua storia restituendoci nella sua semplice bellezza la chiesa dei Santi Martino e Stefano, recuperando tradizioni devozionali come la Compagnia dell’Assunta e il pane di sant’Antonio, onorando la memoria di quanti persero la vita nei tragici eventi della Seconda guerra mondiale, lasciandoci una guida artistica e liturgica della nostra nuova chiesa.
Quella chiesa che è il segno più tangibile del suo operato tra noi e nella quale domenica dopo domenica, con mite determinazione, ci ha spronati a trasfigurarci di fronte al Dio trasfigurato. Davanti a quell’immagine noi continueremo a ricordarla e a pregare per lei. Volevamo che anche lei potesse fare altrettanto con noi…
Con affetto e riconoscenza
la comunità parrocchiale
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